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Progettare un centro di gravità permanente per i temi di sostenibilità, economia circolare, economia civile e sostenibile

di Giuseppe Di Miceli* e Dario Matranga**

 

Alcuni mesi fa, l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi – intervenendo durante un incontro su Democrazia e futuro dell’Europa – ha lanciato un appello affinché anche la Città di Palermo possa diventare sede di eccellenza per ricerca e sviluppo. Il professor Romani Prodi nell’occasione ha sottolineato come per il Mezzogiorno d’Italia occorra pensare a qualcosa di realmente vincente: “Il sud d’Italia – ha sottolineato Prodi – può richiamare i cervelli migliori dall’estero. Non può esserci sviluppo del Mezzogiorno – ha sottolineato l’ex premier – senza un legame con l’Africa”.

L’intervento di Prodi ha riproposto un ragionamento su Palermo, la Sicilia e il suo contesto geo-politico, offrendo anche un’idea per rilanciare il ruolo del capoluogo e di tutta l’Isola in chiave di valorizzazione dell’offerta formativa siciliana (e palermitana in particolare), rivolta all’alta formazione universitaria, e di una nuova politica per la creazione di una Città universitaria.

In questo tema così sensibile si inserisce l’iniziativa avviata l’8 luglio scorso, presso il Campus Scientifico Universitario di Grugliasco, vicino Torino, dove ha avuto luogo la cerimonia di “collocazione della prima pietra” per la costruzione della Città delle Scienze e dell’Ambiente: un’idea nata dal sodalizio tra Università degli Studi di Torino, Regione Piemontese, Comuni di Torino e di Grugliasco, Camera di Commercio e Politecnico di Torino.

Obiettivo del progetto – il cui costo sarà di 160 milioni di euro (finanziati da Banca Intesa Sanpaolo) –  la realizzazione di spazi per didattica, ricerca e incubatori per le imprese.

Un’area di quasi 230mila metri quadrati dove verranno dislocate, in un complesso edilizio di circa 90mila metri quadrati, attività didattiche e di ricerca di Chimica, Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi. A Grugliasco c’erano già i dipartimenti di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari e di Scienze Veterinarie.

Auspichiamo che anche l’Università degli studi di Palermo possa iniziare un percorso per rilanciare le proprie attività e il proprio ruolo nel territorio e nell’area del Mediterraneo, lavorando per progettare la propria “Città delle Scienze e dell’Ambiente”.

Si tratterebbe di coinvolgere la Regione Siciliana, anche attraverso l’impiego di risorse del PNRR, in un progetto che possa consentire di  potenziare gli studi e le attività di ricerca sul cambiamento climatico e sullo sviluppo sostenibile: un disegno strategico, quindi, per il sostegno alla ricerca e l’innovazione in cui la Città di Palermo dovrebbe seriamente scendere in campo e diventare il propulsore stesso del progetto che potrebbe coinvolgere un ampio partenariato di enti di ricerca (pubblici e privati), enti pubblici e tutto il mondo delle imprese. Si tratterebbe di un passo importante verso una Sicilia orientata nella direzione della crescita intelligente, sostenibile, digitale e inclusiva dove i giovani possano essere i veri protagonisti.

Per un disegno così importante sarà necessario ottenere risorse pubbliche e private. Un progetto trasversale, quindi, alla transizione verde e digitale con azioni positive orientate al territorio verso il rafforzamento degli assi di energia e tecnologie pulite, chimica verde e materiali avanzati, ICT e agroalimentare: la nascita di uno spazio fortemente attrattivo di co-produzione della conoscenza, verso la ricerca di eccellenza. Un centro di gravità permanente nel Mar Mediterraneo per i temi di sostenibilità, economia circolare, economia civile e sostenibile. Un’idea di crescita che finalmente, in Sicilia e a Palermo, offra spazio alla ricerca e all’innovazione con concrete opportunità e servizi di qualità al territorio.

Per la Sicilia è arrivato il momento della crescita sostenuta sulle gambe di uomini in possesso di competenze trasversali e con una visione concreta e possibile del futuro.

*presidente Ersu Palermo

** direttore responsabile IoStudio

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