Home / #Ambiente / PanteHome, una casa per tutti
pante-home

PanteHome, una casa per tutti

Arrivano gli esiti della ricerca in corso dal titolo  PanteHome, Prototipo di un modulo abitativo prefabbricato, stereotomico, ecosostenibile e trasportabile per contesti emergenziali, e adatto a differenti condizioni climatiche.

Responsabili scientifici della ricerca sono: il professore architetto Giuseppe Fallacara, Dipartimento di Architettura, Costruzione e Design (ArCoD) – Politecnico di Bari; il professore architetto Renzo Lecardane, Dipartimento di Architettura (DARCH) – Università degli Studi di Palermo; l’assegnista di ricerca del Politecnico di Bari: architetto Ilaria Cavaliere.

L’esito delle ricerche – in progress – è sviluppato nel quadro del progetto Domotic nZeb Building System in attuazione dell’Azione 1.1.5 del PO FESR 2014/2020, denominata Sostegno all’avanzamento tecnologico delle imprese attraverso il finanziamento di linee pilota e azioni di validazione precoce dei prodotti e di dimostrazione su larga scala.

La realizzazione del prototipo è a cura di GM Arreda, Termini Imerese.

La storia nel panorama architettonico globale
Nonostante la forma poco convenzionale, PanteHome non rappresenta un unicum nel panorama architettonico globale e, infatti, diversi sono gli antecedenti individuabili nella storia che hanno funto da riferimenti progettuali. Un esempio importante è costituito dalle Binishell, inventate dall’architetto Dante Bini negli anni Sessanta del Novecento.
Si tratta di cupole costituite da un guscio sottile in calcestruzzo armato, realizzate con una tecnica estremamente innovativa: in situ viene gonfiata una membrana che funge da cassaforma per la gettata di calcestruzzo e che, dopo il completamento della cupola, può essere sgonfiata e riutilizzata. La filosofia di Dante Bini, al momento dell’invenzione delle Binishell, era quella di creare un sistema costruttivo automatico, rapido ed economico. Uno degli edifici più celebri realizzati con questa tecnica è la villa di Michelangelo Antonioni e Monica Vitti in Sardegna (1968-1971). Tuttavia le binishell sono state utilizzate anche per la realizzazione di residenze turistiche di piccole dimensioni, si pensi al Resort Cala Corvino a Monopoli, in Puglia (1967).
Altrettanto importanti sono le cupole nubiane dell’architetto Fabrizio Carola che, pur essendo molto diverse dalle architetture di Bini, rappresentano un connubio emblematico di ricerca scientifica – dato il perfezionamento del sistema costruttivo “a compasso” – praticità – che vengono costruite in contesti poveri e difficili– ed eleganza. Tra le architetture di Carola si ricordano l’ospedale di Kaedì, in Mauritania, del 1984 o il mercato delle erbe di Bamako.
Nella sperimentazione a livello internazionale sulle cupole geodetiche, è stato massimo esponente Richard Buckminster Fuller – con la cupola espositiva degli Stati Uniti all’Expo del 1967 – anche se l’antecedente storico che si può considerare più vicino a PanteHome per estetica e ideali è quello delle dodici case a igloo dell’ingegnere Mario Cavallè, costruite nel 1946 a Milano. Queste rappresentano un modello abitativo di edilizia popolare sperimentale e audace, di forte interesse non solo per il loro aspetto peculiare, ma anche per il loro scopo: le case a igloo sono la risposta rapida ai bisogni delle famiglie che hanno perso le proprie abitazioni durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Le abitazioni di Cavallè presentano dimensioni modeste – circa 50 mq – e consistono in cupole realizzate con mattoni forati disposti a losanghe convergenti.

Il montaggio dell’unità abitativa
Il sito viene opportunamente sistemato: viene disposto il massetto livellato e vengono realizzati i sottoservizi necessari (impianto idrico, impianto fognario, cablaggio elettrico).
Successivamente il camion rimorchio con gru arriva sul sito di costruzione insieme ai blocchi costituenti la cupola e gli altri elementi necessari alla costruzione (i cordoli circolari in calcestruzzo, il core centrale, le travi per la realizzazione della pergola e delle sedute esterne, il pavimento galleggiante, i pannelli fotovoltaici). Dopo che il materiale è stato scaricato, viene assemblato il cordolo perimetrale in calcestruzzo, costituito da dodici pezzi e successivamente, viene disposto al centro dell’area circolare dell’unità abitativa il core metallico, contenente la cucina, i letti ribaltabili e i servizi igienici.
Una volta che il core è stato perfettamente posizionato, viene sollevato il pistone superiore: esso serve per garantire un appoggio alla parte sommitale degli spicchi e a favorirne il corretto posizionamento. I dodici blocchi, quindi, vengono disposti per mezzo di una gru nella loro esatta sequenza, determinata dalla loro specializzazione (presenza e tipologia di aperture).
Completata questa operazione, il pistone può essere abbassato: gli spicchi della cupola, che non sono più sostenuti dall’appoggio centrale, entrano in compressione e la struttura diventa autoportante. Successivamente i dodici pezzi vengono collegati tramite connettori metallici e poi vengono montate le travi radiali metalliche, insieme al sistema di sedute esterne.
A questo punto può essere montata la pergola, sostenuta dalle travi radiali, e su di essa vengono disposti i pannelli fotovoltaici, i quali devono essere orientati in maniera ottimale. Il completamento della parte esterna viene effettuato attraverso il posizionamento dell’anello zenitale in corrispondenza dell’oculo insieme alla chiusura in vetro e attraverso la realizzazione delle finiture: si sigillano i giunti e l’estradosso viene verniciato con pittura aerogel. Successivamente viene effettuato il collegamento dei vari impianti, sia interni che esterni, vengono montati i vari infissi (oblò e porta di ingresso) e, infine, il core centrale viene aperto per permetterne l’utilizzo e la fruizione di servizi e spazi funzionali da parte degli inquilini.

 

Riguardo dario.matranga

dario.matranga
Dario Matranga, classe '65 palermitano, è il direttore responsabile del giornale IoStudio fondato 2005 . Giornalista professionista, è anche capo Ufficio Stampa dell'Ersu da maggio 2000. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche e radiofoniche e ha lavorato in uffici stampa nazionali e internazionali per organizzazioni giovanili e sindacali. E' impegnato anche nel mondo dell'associazionismo sindacale. La mail a cui potete scrivergli è ufficiostampa@ersupalermo.it oppure dario.matranga65@gmail.com

Leggi anche

La sede del Polo universitario di Trapani

Difesa e Sicurezza, Cybersecurity: Unipa vara il master di Analista delle politiche internazionali

Difesa e sicurezza al centro del nuovo master dell’Università degli studi di Palermo. Promosso dal …

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *