Erasmus+, una svolta per cinque milioni di studenti europei

Due nuovi studi indipendenti pubblicati il 20 maggio scorso dalla Commissione europea dimostrano che Erasmus+ aumenta il successo degli studenti nella vita personale e professionale e rende più innovative le università.

I due studi su larga scala, basati sul riscontro di quasi 77mila persone tra studenti e membri del personale e più di 500 organizzazioni, misurano e analizzano gli effetti del programma Erasmus+ sui beneficiari principali. I risultati mostrano come il programma dell’UE contribuisca a preparare i giovani europei alla nuova era digitale e li aiuti a riuscire nella loro futura carriera professionale. Erasmus+ rafforza inoltre la capacità di innovazione delle università, il loro impegno internazionale e la loro capacità di rispondere alle esigenze del mercato del lavoro.

Tibor Navracsics, Commissario per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport, ha dichiarato: “È straordinario come Erasmus+ consenta ai giovani di riuscire nel moderno mercato del lavoro e in una società più diversificata. Sono lieto di constatare che i laureati Erasmus+ si sentono più pronti ad affrontare nuove sfide, hanno migliori prospettive di carriera e sono più consapevoli dei benefici che l’UE apporta alla loro vita quotidiana. Allo stesso tempo, le università che partecipano a Erasmus+ non solo sono più internazionali, ma rispondono anche meglio alle esigenze del mondo del lavoro.”

Di seguito i risultati principali degli studi.

Oltre il 70% degli ex studenti Erasmus+ afferma di sapere meglio, al ritorno dall’estero, quale carriera desidera intraprendere. L’esperienza all’estero consente loro anche di riorientare gli studi affinché soddisfino meglio le loro ambizioni. Lo studio relativo agli effetti sull’istruzione superiore rivela inoltre che l’80% ha trovato impiego entro 3 mesi dalla laurea e il 72% dichiara di avere ottenuto il primo impiego anche grazie all’esperienza all’estero. Nove ex studenti Erasmus+ su dieci dichiarano di utilizzare nel lavoro quotidiano le competenze e le esperienze acquisite all’estero. Erasmus+ affronta gli squilibri tra domanda e offerta di competenze concentrandosi sullo sviluppo delle competenze trasversali e interdisciplinari richieste dalle imprese.

Più del 90% degli studenti Erasmus+ migliora anche la capacità di lavorare e collaborare con persone di culture diverse e sente di avere un’identità europea. Gli effetti maggiori riguardano gli studenti meno convinti dell’UE prima dello scambio e gli studenti che hanno soggiornato in un paese culturalmente più lontano dal loro. Gli studenti provenienti dall’Europa orientale sono quelli che tra tutti gli studenti Erasmus+ si identificano maggiormente con l’UE.

Grazie ai progetti di cooperazione Erasmus+ la maggior parte delle università partecipanti si trova più preparata alla trasformazione digitale. Il ricorso alle nuove tecnologie e a metodi di insegnamento e apprendimento innovativi contribuisce a rafforzare la cooperazione internazionale tra le università e la loro capacità di innovazione. Il personale accademico che ha fatto ricorso al programma Erasmus+ è più incline a coinvolgere personale del mondo aziendale nei propri corsi rispetto agli omologhi non mobili (circa il 60% rispetto al 40%). Oltre l’80% degli accademici riferisce che l’esperienza all’estero ha portato allo sviluppo di programmi di studio più innovativi. Due università partecipanti su tre hanno inoltre dichiarato che i progetti a livello di UE contribuiscono anche a rafforzare l’inclusione sociale e la non discriminazione nell’istruzione superiore.

Altri risultati dimostrano che gli ex studenti Erasmus+ sono più soddisfatti del loro posto di lavoro rispetto a quelli che non si sono recati all’estero. Hanno altresì una carriera più internazionale e quasi il doppio delle probabilità di lavorare all’estero. Erasmus+ sostiene inoltre l’imprenditorialità. Un progetto di cooperazione su quattro ha contribuito all’educazione imprenditoriale e ha rafforzato l’imprenditorialità. Un terzo dei progetti ha contribuito a creare spin-off e start-up.

Contesto

Tra il 2014 e il 2018 più di 2 milioni di persone tra studenti e personale dell’istruzione superiore hanno intrapreso un periodo di apprendimento, formazione o insegnamento all’estero nell’ambito del programma Erasmus+. Nello stesso periodo quasi 1 000 partenariati strategici Erasmus+ tra istituti di istruzione superiore e 93 alleanze della conoscenza tra università e imprese hanno ricevuto finanziamenti dell’UE. Più del 40% di questi partenariati e alleanze ha formato studenti e personale accademico conferendo loro competenze orientate al futuro in ambito di cambiamenti climatici e ambiente, energia e risorse, digitale (competenze digitali e tecnologie dell’informazione e della comunicazione) e imprenditorialità.

I due studi (studio sugli effetti di Erasmus+ sull’istruzione superiore e studio sui partenariati strategici Erasmus+ per l’istruzione superiore e sulle alleanze della conoscenza) hanno valutato l’incidenza del programma sui due beneficiari principali: singoli e organizzazioni.

Per il primo studio sono state analizzate quasi 77mila risposte, delle quali circa 47mila provenienti da studenti Erasmus+, 12mila da laureati e 10mila da membri del personale con esperienza Erasmus+. I risultati del secondo studio si basano sulle risposte pervenute da 258 partenariati strategici Erasmus+ e alleanze della conoscenza (che rappresentano 504 organizzazioni) cui è stato assegnato un finanziamento nel periodo 2014-2016 e su 26 studi di casi dettagliati.

Per ulteriori informazioni

Studio sugli effetti di Erasmus+ sull’istruzione superiore 

Studio sui partenariati strategici Erasmus+ per l’istruzione superiore e sulle alleanze della conoscenza

Scheda informativa

Erasmus+

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