Un cielo radioso: chi mai crederà a questa storia?

Credo che nel corso della nostra esistenza certi eventi, certe esperienze siano in grado di farci cambiare modo di vivere. Si tratta di quegli eventi grazie ai quali ritroviamo la coscienza oggettiva di noi stessi, la sua natura profonda, al di la del personaggio che ci tocca incarnare nelle convenzioni che la vita quotidiana ci impone.”



Parla così il mangaka Jirō Taniguchi della sua opera “Un cielo radioso” ( Hareyuku sora il titolo in giapponese),  scritto e disegnato in Giappone nel 2005 e pubblicato in Italia nel 2008 dalla casa editrice Coconino Press

Attraverso questa storia, il maestro Taniguchi indaga sui problemi di due diverse generazioni: un padre, Kazuhiro, stressato dall’eccessivo lavoro in azienda che lo spinge, contro la sua volontà, ad allontanarsi ed isolarsi sempre di più dalla sua famiglia, a nascondergli persino i suoi gravi problemi di salute. Un ragazzo, Takuya, che nonostante conduca una vita felice, non riesce a comunicare ciò che prova alle persone a lui vicine.

Una notte però, un incidente: Kazuhiro investe Takuya. L’uomo morirà poco dopo, mentre il ragazzo entra in coma ma riesce a sopravvivere per miracolo. Quando si risveglierà però, si accorgerà che in lui si trova la coscienza di Kazuhiro. Due personaggi solitari, costretti a convivere in un unico corpo, forse per dare proprio a Kazuhiro un ultima possibilità per risolvere le faccende in sospeso e rimediare ai propri errori, ma anche il racconto di una famiglia che riesce a superare una morte inimmaginabile.

Un manga melanconico e profondo, che ci spinge attraverso stupendi disegni ed una magistrale narrazione a interrogarci sul significato di vita e di morte, portandoci ad empatizzare con i personaggi ed a chiederci se anche noi stiamo conducendo una vita piena di rinunce e rimpianti, tralasciando le cose più importanti. Un insegnamento per le nuove generazioni, con un finale che fa scendere una lacrima.



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