«C’è un grande collegamento, enorme, fra fuga di cervelli e corruzione». È questa la denuncia del presidente dell’autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, fatta a Firenze durante il suo intervento al convegno nazionale dei responsabili amministrativi delle università.
«Siamo subissati di segnalazioni su questioni universitarie, soprattutto sui concorsi» ha anche riferito il presidente dell’Anac riferendosi, in particolare ai concorsi per cattedre e incarichi accademici.
«Non voglio entrare nel merito, non ho la struttura né la competenza – ha aggiunto Cantone – ma la riforma Gelmini, secondo me, ha finito per creare più problemi di quanti ne abbia risolti. Per esempio, ha istituzionalizzato il sospetto: l’idea che non ci possano essere rapporti di parentela all’interno dello stesso dipartimento, il che ha portato a situazioni paradossali».
Di queste situazioni paradossali cui parla Cantone è piena l’Italia, in lungo e in largo.
«In una università del Sud – ha raccontato il presidente dell’Anac per fare un esempio – è stato istituzionalizzato uno “scambio”: in una facoltà giuridica è stata istituita una cattedra di storia greca e in una facoltà letteraria una cattedra di istituzioni di diritto pubblico. Entrambi i titolari – ha sottolineato – erano figli di due professori delle altre università. Credo che questo sia uno scandalo e che lo sia il fatto che si sia stati costretti a fare questa operazione; se tutto avvenisse in trasparenza, la legge che nasce dalla logica del sospetto è una legge sbagliata».
La riforma Gelmini ha introdotto il divieto di assumere nello stesso dipartimento parenti e affini – fino al quarto grado – di docenti già in ruolo.
L’ex ministra dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, stupita dalla parole di Cantone si è detta «dispiaciuta che un uomo come lui pensi che un ministro debba chiudere gli occhi di fronte a tanti casi di parentopoli e raccomandazioni negli atenei. La riforma – ha spiegato la ministra dell’ultimo governo Berlusconi – aveva l’obiettivo di rendere i concorsi meno discrezionali, super partes e orientati alla meritocrazia. Mi pare – ha commentato Gelmini – che siano risultati effettivamente ottenuti. Con questo non voglio dire che la mia riforma sia la panacea di tutti i mali, sicuramente bisogna fare di più ma in nessun caso bisogna tornare indietro».
Il presidente dell’Anac ha annunciato l’arrivo di linee guida ad hoc per gli atenei «non per burocratizzare, ma per provare a consentire l’esercizio della discrezionalità, senza che diventi arbitrio».
Potrebbero essere queste regole a far fronte al sistema corruttivo in ambito universitario che, secondo Cantone, «nega spazi all’innovazione e al merito» e induce molti giovani seguire l’università e il futuro fuori dall’Italia.