Giovedì 12 maggio, presso la Corte d’Appello del Tribunale di Palermo, ha avuto luogo la simulazione processuale organizzata dall’associazione universitaria “Contrariamente”. Dopo settimane di preparazione, sei squadre composte da studenti di Giurisprudenza si sono affrontate in un’aula di tribunale, esponendo le ragioni dei propri assistiti, ovviamente frutto di un caso fittizio.
La simulazione processuale, giunta alla sua decima edizione, nasce su iniziativa dell’associazione Contrariamente, insieme alla collaborazione con AIGA (Associazione Italiana Giovani Avvocati). L’intento è quello di far provare per la prima volta agli studenti le sensazioni e le difficoltà di un caso concreto, passando così dalla teoria alla pratica attraverso un caso simulato in cui gli studenti vestono i panni di avvocati difensori. “Permette ai ragazzi di fare pratica in campo forense, cosa che l’università oggi purtroppo non offre” dichiara il Presidente di Contrariamente Riccardo Lo
Bue, il quale ha presenziato l’evento ed ha consegnato i premi finali.
Ma procediamo con ordine. Si è partiti formando le sei squadre (tre per assistito) e assegnando a ciascuna un avvocato come tutor, da aprile in poi si è iniziato a lavorare sul caso preparando le argomentazioni necessarie e anticipando eventuali obiezioni. Quest’anno la controversia riguardava due ex coniugi giunti nuovamente in tribunale per ridiscutere l’assegno divorzile.
Il dibattimento orale si è svolto dinanzi alla “Commissione Giudicante” composta dai professori Federico Russo e Giuseppa Palmeri, nonché dalla dottoressa Giovanna Nozzetti magistrato del tribunale di Palermo sezione civile e dall’avvocato Giuseppe Miria nella veste di coordinatore tra tutor e collegio.
“Dobbiamo cercare di dare una buona impressione alla giuria e cercare di essere più convincenti possibile” afferma Giuseppe Ninfosì, 21 anni, avvocato difensore della moglie, uno dei primi a cimentarsi in questa avventura , “ questa è una esperienza fuori dal comune che va afferrata con decisione, per questo sono qui oggi”.
L’avvocato Morena Drago, membro del direttivo dell’AIGA di Palermo e tutor della simulazione, ha incitato gli studenti a mettersi alla prova e a percorrere questa strada: “E’ una delle pochissime occasioni per riuscire a toccare con mano quella che è l’attività di un avvocato quotidiana.” ; a proposito dei suoi studenti ha poi affermato “ I miei ragazzi hanno subito recepito quello che era il meccanismo, già da questo si può capire quanto una persona sia versatile al punto da essere avvocato”
Per svolgere al meglio questa esperienza sarebbe utile aver già conseguito materie del quarto anno di Giurisprudenza come procedura civile e penale, ma anche gli studenti più giovani, come i molti partecipanti a questa decima edizione, possono benissimo cimentarsi in questa sfida e immedesimarsi nel ruolo.
Al termine dell’esposizione delle sei squadre, la giuria si è vivamente complimentata con i futuri avvocati per la capacità di esposizione dimostrata e per le argomentazioni addotte al caso. Il tutto si è concluso assegnando un premio alla migliore squadra e al migliore oratore.