Un cerchio con quattro linee al suo interno. Linee nere su sfondo bianco. Potrebbe quasi sembrare un mirino con al centro la Tour Eiffel. E anche se non è questa l’idea alla base del disegno, è proprio ciò che ricorda: Parigi presa di mira del terrorismo, in una delle notti più buie della capitale francese, che da ville lumière si trasforma nella ville sombre.
Questi tratteggi, però, rappresentano tutt’altro.
È venerdì 13 novembre, ma la data sul calendario è sbiadita. Vi si può leggere 11 settembre, 7 luglio, 11 Marzo: giorni che hanno reso il mondo e l’Europa un po’ più violenti e le persone un po’ meno fiduciose.
Si succedono diversi attacchi terroristici e i media irrompono nelle case di miliardi di persone con i rumori degli spari, le immagini di persone aggrappate alle finestre, le urla.
Jean Jullien è un illustratore francese nato a Nantes. Oggi vive a Londra e sta ascoltando la radio. La musica, però, è interrotta da delle parole sconnesse che lo fanno sussultare.
“Parigi è sotto attacco”.
“129 morti”.
“Bataclan”.
“Seat nera”.
In un attimo, preda dell’istinto, impugna le sue armi – il pensiero e un pennello- e spara.
Non spara sentenze, parole vuote come quelle rimbalzate su Facebook e sui salotti televisivi. No. I suoi proiettili sono schizzi d’inchiostro che colpiscono la tela senza pietà. Poche pennellate e il sentimento di una nazione è immortalato.
Decide di chiamare quel cerchio con dentro la Tour Eiffel Peace for Paris, ispirandosi chiaramente al simbolo di pace creato da Gerald Holtom, e sceglie di postarlo sui social network: su Twitter il disegno viene retwittato da più di 50.000 utenti, su Instagram sono 13 milioni le persone che condividono, prima che il post, lo stato d’animo.
La portata delle condivisioni aumenta sempre più, specie grazie a due eventi curiosi. Il primo: laCNN, su Twitter, chiede a Jean il permesso di utilizzare il disegno sul proprio canale tv.
Il secondo: sempre su Twitter, l’opera viene condivisa anche da un account fan di Banksy, celebre artista britannico famoso per i suoi disegni sui muri di tutto il mondo. Questa condivisione moltiplica la visibilità del disegno, ora scoperto anche dalle celebrità. Peace for Paris viene addirittura attribuito allo stesso Banksy che, qualche ora dopo, smentisce.
L’opera di Jean è ormai pubblica ed è possibile osservarla nei contesti più disparati: t-shirt, bandiere, scarpe e tanti altri, come dimostrano queste immagini raccolte dalla CNN.
Ecco come uno tra i disegni più minimalisti al mondo è diventato il logo della speranza di una città martoriata dalla violenza, un disegno che Wired vede già come una tra le immagini più iconiche del 21° secolo.
“Ciò che mi auguro è che nella tragedia vi sia un simbolo di pace e unità.” – ha detto Jean alla CNN. “Che al posto della rabbia, vi sia speranza”.