Terza giornata per il festival del libro “Una marina di libri”. Tra gli eventi e le presentazioni da seguire, oggi, Teresa Riccobono, poetessa e scrittrice palermitana, ha esposto il saggio da lei scritto “Il matrimonio in Sicilia tra Ottocento e Novecento. Riti e usanze”. All’evento sono intervenute Palma Civello, scrittrice di poesie e racconti e pittrice, e Giovanna Fileccia, scrittrice e poetessa del panorama siciliano. A moderare l’evento Alba Pagano, scrittrice palermitana.
Il volume, ricco di aneddoti, nozioni, curiosità e storia, è un viaggio a cavallo tra Ottocento e Novecento, in un’epoca in cui il matrimonio aveva una valenza diversa rispetto al presente. La scrittrice cerca di dare risposta alla questione dell’importanza che ha oggi il matrimonio e della sua evoluzione nel tempo. Attraverso l’analisi del passato, traccia la situazione odierna su ciò che le generazioni presenti hanno perso e ciò che invece hanno aggiunto, soprattutto la spettacolarizzazione dell’evento matrimoniale.
Il volume si basa su un attento studio dei documenti dell’epoca. Folkloristi e antropologi ottocenteschi come Giuseppe Pitrè, S. Salomone Marino, Amabile Guastella, Ernesto De Martino, hanno fatto da spunto per molte delle storie raccontate nel libro, oltre ai giornali e ai registri conservati nell’Archivio Storico di Palermo.
L’autrice riconosce che la scelta di unirsi in matrimonio per le giovani coppie contemporanee non è facile: l’incertezza del futuro, l’assenza di lavoro, la paura del domani, la solitudine individuale, fanno della scelta di unirsi per la vita una decisione dibattuta.
Alcune tradizioni resistono, anche se in modo diverso, come la condivisione diretta dell’evento e il momento di aggregazione con amici e parenti; altre si sono perse nel tempo, come la dote, conservata dalla futura sposa ed esposta alla visione della famiglia intera, o ancora il rito del corteggiamento, le superstizioni che accompagnavano la scelta del periodo migliore per sposarsi (Gennaio e Febbraio erano i mesi fortunati, Giugno ed Agosto assolutamente da evitare). In ultimo, ma non meno importante, la condizione della donna, alla quale non spettava la scelta del marito in base al sentimento, ma piuttosto questa era guidata dalla convenienza che avrebbe potuto portare l’unione all’intera famiglia.
“Il nostro tempo”, dice infine l’autrice del volume, “soffre di due grandi menzogne: il nuovo e l’illusione della libertà. La legge di mercato ci impone di cambiare, spesso, e questo si riflette anche nei rapporti umani e nella scelta del partner, ma questo continuo cambiamento ci rende perennemente insoddisfatti. Bisogna rompere lo specchio narcisistico e scoprire la dimensione dell’altro. L’amore, per essere tale, deve avere bisogno dell’altro”.