Il ritratto che esce fuori all’indomani della pubblicazione dell’indagine Istat sulla “lettura in Italia nel 2015″ è quello di un paese che legge pochissimo, quasi niente.
Secondo i dati Istat, difatti, solo circa 24 milioni, pari al 42%, sono gli italiani che hanno letto almeno un libro nell’arco dei 12 mesi, mentre la maggioranza, circa il 60 %, non ne ha letto neanche uno.
L’insieme dei “non lettori” è composto in misura prevalente da persone con un basso livello di istruzione. Inoltre, l’incidenza è maggiore nelle regioni del Mezzogiorno, nei piccoli comuni, tra gli uomini e tra coloro che hanno ridotte disponibilità di reddito.
Al Sud meno di una persona su tre, ossia il 28,8%, ha letto almeno un libro nell’arco del 2015, mentre nelle isole questo numero sale al 33,1% ed è superiore alla percentuale registrata nel 2014 che era del 31,1%. Il primato negativo nella graduatoria regionale spetta comunque a Campania (71%) e Puglia (70,2%), che presentano quote superiori ai due terzi dei residenti.
Sono le donne a leggere di più degli uomini: le lettrici sono il 48,6% contro il 35% dei lettori maschi. In assoluto, il pubblico più affezionato alla lettura è rappresentato dalle ragazze tra i 15 e i 24 anni, che hanno letto almeno un libro in oltre il 60% dei casi. Le lettrici scendono sotto il 50% dopo i 60 anni mentre per i maschi di tutte le classi di età la quota è sempre inferiore a tale valore.
Per quanto riguarda la spesa, è pari a 3.339 milioni di euro e 5.278 milioni di euro la quota riservata dalle famiglie rispettivamente a libri e giornali, stampa e articoli di cancelleria. Ovvero lo 0,4% e lo 0,6% della loro spesa totale.