L’archivio Storico comunale si è arricchito di incontri e discussioni culturali anche il pomeriggio di venerdì 9 ottobre. Presso la sala Almeyda, lo scrittore Luan Starova ha incontratoMatteo Mandalà (docente di lingua e letteratura albanese all’Università di Palermo), Franco Altimari (docente di lingua e letteratura albanese all’Università della Calabria) eMaria Teresa Giaveri (giornalista e docente di letterature comparate all’Università di Torino).
Luan Starova è nato a Pogradec, sulla sponda albanese del lago di Ohrid, ed è uno tra gli scrittori albanesi più tradotti. Francesista, giornalista, ha coperto varie missioni diplomatiche per conto della Jugoslavia degli anni ’80 e, in seguito, della Macedonia. Ha scritto la Saga balcanica (in cui tratta il destino complesso di una famiglia di migranti), Libri del padre e Il tempo delle capre.
Al centro della discussione è stata proprio l’Esperienza di un profugo linguistico. Dal continuo desiderio di tornare in patria, ai vari traslochi di cui restavano solo i libri del padre (da cui ha tratto ispirazione per la stesura di una sua opera), alla vita in Macedonia. Un rapporto contrastato e doloroso con l’Albania che è stato anche il motivo che l’ha spinto a scrivere. Una passione per la letteratura che si è affermata nonostante la volontà paterna l’avesse spinto verso indirizzi di studio più tecnici. Decide infatti di tornare al suo “primo amore” (come egli stesso lo definisce) solo dopo la guerra e la crisi jugoslava. La volontà di Starova non è quella di raccontare favole, ma di opporsi alle barbarie tramite i libri e la cultura.