Nell’ambito del progetto “GIFT” (Giovani Imprenditori del proprio Futuro nel loro Territorio), la Residenza Universitaria Segesta organizza un ciclo di seminari dal titolo “Cosa ci rende umani?” L’uomo è solo una “scimmia nuda” o una complessa “macchina molecolare”?
Le moderne scoperte scientifiche nell’ambito dell’informatica e della genetica apparentemente stanno riducendo le differenze tra l’uomo, le macchine e gli animali. Non è improbabile ritenere che il test di Touring tra qualche anno sarà superato. Recenti correnti filosofiche assimilano la creatività umana all’intelligenza artificiale e la specie umana equivalente alle altre presenti nel globo. All’interno del corso, attraverso un approccio multidisciplinare, indagheremo su quali possano essere le differenze che caratterizzano l’uomo: le nostre scelte sono libere e consapevoli oppure frutto di condizionamenti un po’ come nel caso dell’intelligenza artificiale? I nostri sentimenti profondi e la nostra capacità di amare è differente rispetto a quella di un animale? La nostra dimensione spirituale, la nostra anima, sotto certi aspetti è diventata oggetto di studio da parte della fisica quantistica, ma può essere colta nella sua interezza e definita come specifica dell’uomo?
Queste domande saranno al centro di un ciclo di seminari che si terranno presso la Residenza Segesta di via Daita 11 sempre alle ore 21 e di Lunedì: 7 Novembre, 28 Novembre, 5 Dicembre e 12 Dicembre.
Si inizia il 7 Novembre con l’incontro dal titolo: “Siamo macchine dell’io, ma non abbiamo un sé” (Metzinger): vero o falso? Che cosa resta dell’idea di persona umana?
Breve abstract sul primo incontro: Quando qualcuno mi chiede un’indicazione stradale posso decidere di muovere l’indice per mostrare al mio interlocutore la direzione giusta. In questo caso, ho la certezza che sono i muscoli della mia mano a realizzare il movimento. A loro volta i muscoli sono mossi dai nervi, i nervi da una centralina che ha sede nel mio cervello. Ma come dalla centralina posso risalire all’Io? Come dar conto dell’evidenza che non bastano muscoli-nervi-centralina cerebrale a render ragione della paternità di questo movimento che è (o almeno sembra), in ultima analisi mia? Sembra mancare l’ultimo tratto del sentiero dalla centralina all’Io? Eppure l’evidenza immediata è che non è stato il mio cervello a muovere l’indice ma sono stato Io (perché ho deciso proprio Io). Ma non è questa un’illusione e, invece, l’Io non esiste, la mia casa è solo una sala computer e un centro di calcolo dove nessuno abita? Oppure l’unico inquilino è un pilota automatico gestito dal centro di calcolo? Siamo in grado di superare questa aporia? Che cosa resta dell’idea di persona umana? Come siamo passati dalla “sostanza individuale di natura razionale” (Boezio) alla “macchina dell’io”?